Staff Osservatorio Lupi Valdenza

La storia di Enrico Ganassi e e dell’Osservatorio lupi Valdenza

Indice dell'articolo

Ciao Enrico piacere di conoscerti e benvenuto! Iniziamo con le presentazioni:

Mi chiamo Enrico Ganassi, sono un bancario di 57 anni e vivo a Montecchio Emilia in provincia di Reggio Emilia.

Questa tua passione per i lupi come è nata?

La passione per i lupi covava da tempo, forse perché per chi ama la Natura e tutto il mondo dei “Selvatici” il Lupo è per antonomasia IL SELVATICO e ciò che più di altri ci riporta all’essenza della Natura.

A marzo 2018 dopo un incontro divulgativo promosso dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con il WAC (Wolf Apennine Center) ed un incontro fortuito con una “traccia” di predatore a fine giugno dello stesso anno nell’Area adiacente il nostro Torrente Enza, ho iniziato a posizionare prima una, poi due fototrappole e poi è stato un crescendo.

Enrico Ganassi Osservatorio Lupi Valdenza
Enrico Ganassi – Osservatorio Lupi Valdenza

Parlaci della collaborazione con il WAC?

La collaborazione con il WAC è stata immediata, non sarebbe potuto essere diversamente. Al di là della mia passione fotografica/naturalistica non ho nessuna conoscenza ecologica, etologica o scientifica che mi potesse permettere di iniziare autonomamente questo percorso. Ma non è solo questo.

Mi è parso assolutamente naturale e coerente che il materiale raccolto, da dilettanti (appassionati, ma assolutamente dilettanti) non potesse che essere convogliato a chi per conoscenze scientifiche e ruolo istituzionale può utilizzarlo e metterlo in relazione a tutto il resto del materiale informativo sul lupo che quotidianamente confluisce al Wolf Apennine Center presso il PNATE (Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano).

Questo (va detto) grazie soprattutto alla disponibilità e all’accompagnamento paziente e premuroso del dott. Luigi Molinari.

Quindi così è nato l’Osservatorio Lupi Valdenza

L’Osservatorio è nato successivamente. Per oltre un anno questa attività e’ stata assolutamente una faccenda personale. Che cresceva, grazie anche all’aiuto di tanti amici e conoscenti che a vario titolo fornivano, informazioni, notizie di avvistamenti, ecc…

Poi ad autunno 2018 ad un campo di fototrappolaggio ho avuto modo di incontrare una cara persona: Paolo Mainardi di Fidenza (PR) interessato anche lui (nella sua zona, quella del fidentino e del Torrente Stirone) ad iniziare una attività simile, di ricerca e osservazione.

Col tempo, con il ragionare attorno a questo progetto, confrontandoci pure con il WAC per capire quali modalità e forme potesse prendere questa sorta di “collaborazione stabile” con il WAC, sono nati i due Osservatori: quello Valdenza e quello Fidenza.

Potrebbe essere un modello replicabile la vostra collaborazione tra Osservatorio e WAC, no?

Quello che sta risultando interessante è questo rapporto tra “Cittadinanza Attiva” e Istituzioni che per compito ricevuto e conoscenze si occupano Professionalmente di questi temi. Uno dei sogni che Paolo ed io abbiamo è quello di proporci come “esempio” come apripista per esperienze simili.

Augurandoci che altri “Osservatori” con le medesime finalità possano nascere. Idealmente immaginando ad una “Federazione” di Osservatori che possano collaborare (sul tema Lupo) con le Istituzioni che lavorano nelle loro realtà.

Da quanto tempo vi dedicate a questo progetto? In quanti siete?

Il Progetto Osservatorio Lupi ha circa sei mesi e sta crescendo pian piano. Non siamo Associazione in quanto per ora solo gruppo Amici. Il gruppo della Valdenza (osservatorio.lupi.valdenza@gmail.com) conta 7/8 persone, mentre quello di Fidenza (nato all’interno del WWF Parma osservatorio.lupi.fidenza@gmail.com) circa una decina.

Che fototrappole usate? E cosa consigli di acquistare?

Sono e siamo partiti senza esperienza. Tant’è che i primi acquisti sono stati fatti alla cieca con pochissimi certezze e conoscenze. Poi il tempo, l’esperienza ed anche i fallimenti ci hanno indirizzato verso alcuni modelli.

Attualmente utilizziamo principalmente Moultrie A40, Campark T70 e Tec Bean DTC-880V. Ottime soprattutto per le riprese diurne la Bushwhacker mod Big Eye D3.

Oltre al lupo che animali riprendete?

Tutti i selvatici presenti nella parte medio bassa della collina Reggiana e Parmense: caprioli, tassi, volpi, istrici, cinghiali e faine.

Le storie più emozionanti che hai/avete ripreso?

Il 2019 è stato (per motivi di “calendario” in quanto nel 2018 a luglio/agosto le nascite erano già avvenute) il primo anno in cui abbiamo potuto seguire dall’inizio il periodo di gestazione, poi di attesa dei cuccioli insieme ai loro genitori.

E questo lavoro sicuramente spesso “feriale” fatto di una marea di video vuoti, di ipotesi, di passaggi magari con l’obiettivo della videotrappola pieno di umidità…. Alla fine ci ha ripagato.

Tutti e tre i branchi che nel corso del 2019 abbiamo messo sotto presidio ci hanno mostrato di essere “cresciuti in famiglia” ed in tempi diversi abbiamo potuto vere i cuccioloni assieme al branco.

Raccontaci la vostra metodologia di lavoro e come collaborare quotidianamente con il WAC.

La metodologia è condizionata assolutamente dagli obiettivi. E gli obiettivi in una zona nuova sono quelli di capire se esiste un branco o almeno una coppia dominante. Quindi in una zona nuova il primo lavoro è di “ricognizione sul territorio” per cercare segni di transito o di marcature, di impronte.

Poi si inizia a mettere sotto presidio la zona e le zone e man mano che si trovano risposte, le domande cambiano: la Coppia si è riprodotta? Si/No? Quanti piccoli? Da quandi individui è formato il branco? Quale è ipoteticamente la dimensione dell’home range?. Ognuna di queste domande richiede una metodologia ed un approccio differente.

La collaborazione con il WAC avviene mediante la condivisione dei video e delle informazioni raccolte e la compilazione e la tenuta aggiornata di una “Scheda Branco” utile per la raccolta di tutte queste informazioni

Com’è cambiata la conoscenza del lupo e la percezione che ne ha la pubblica opinione nella Valdenza in questi anni?

E’ cambiata man mano aumentava la percezione di una presenza stabile di branchi lungo i 30/35 km di lunghezza della vallata. E di come i cittadini (privati, ma anche aziende agricole, allevatori della “filiera” del Parmigiano Reggiano) vi si rapportano.

A volte con posizioni assolutamente differenti. Il bracconaggio ad esempio è una piaga, ancora purtroppo presente: non a caso quest’anno abbiamo subito 5 furti di fototrappole.

La strada della conoscenza e della corretta Informazione (anche da parte della stampa) è estremamente indispensabile.

Grazie mille Enrico per questa bellissima intervista. Consiglio a tutti di seguire il profilo Instagram dell’Osservatorio.

Qui potete leggere l’articolo della Gazzetta di Reggio sull’operato dell’Osservatorio.

Grazie per la lettura e buon fototrappolaggio.

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