Ciao Stefano piacere di conoscerti e benvenuto! Iniziamo con l’intervista:
I monti Sibillini e il lupo, una storia d’amore che ha conquistato tutta la penisola…
Si, in realtà non si hanno notizie certe sulla presenza del lupo nei Sibillini negli anni ’60/’70 anni in cui questa specie ha rischiato l’estinzione. Di sicuro sappiamo che erano presenti delle famiglie in alcune zone dell’Appennino centrale e che man mano, grazie alle leggi di protezione e l’istituzione di aree protette, hanno riconolizzato tutto l’Appennino fino all’arco alpino.
Dalla fotografia dei beni culturali alla fotografia naturalistica e al fototrappolaggio? Com’è nata questa tua passione?
Tutto è nato grazie a degli amici fotografi naturalisti del mio paese che mi hanno fatto appassionare a questo mondo. Quindi i miei primi passi sono stati nella natura, poi ho deciso di trasformare questa passione in un lavoro e terminato il percorso di studi di Informatica ho deciso di specializzarmi in una delle scuole qualitativamente più buone per quanto riguarda la grafica: l’ISIA di Urbino.
Li era nato da poco un corso in Fotografia per i Beni Culturali, ho deciso subito di iscrivermi e per 2 anni ho masticato fotografia dal mattino alla sera. Terminati gli studi con una tesi innovativa ho intrapreso la professione cercando di tenere sempre viva la passione per il mondo naturale.
Poi con alcuni amici, per puro divertimento acquistammo una Fototrappola Acorn. Da li abbiamo iniziato a pubblicare foto e video delle nostre catture attraverso una pagina che si chiama l’Occhio Nascosto dei Sibillini. è stato un crescendo inaspettato fino ai quasi 15.000 sostenitori che aspettano ogni giorno di vedere le avventure dei nostri amici animali.
Parlaci del progetto L’occhio Nascosto dei Sibillini…
Come ti dicevo tutto è nato per gioco, poi con il tempo ci siamo specializzati imparando a scoprire abitudini e spostamenti degli animali. Ci siamo spesso serviti di professionisti (biologi, zoologi, ecc..), poi diventati amici dell’Occhio, per rendere la nostra attività più performante possibile, naturalmente senza mai disturbare i nostri soggetti.
Con il passare del tempo molti si sono accorti della nostra attività e ne hanno parlato attraverso quotidiani radio e anche tv. Anche Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha spesso pubblicato i nostri video.
Da quanto tempo vi dedicate a questo progetto?
Sono ormai passati 7 anni.
Che fototrappole usate? E cosa consigli di acquistare?
Abbiamo iniziato con LTL Acorn, poi dopo diversi esperimenti ci siamo affezionati alle Bushnell. Abbiamo anche tentato con una reflex trappola fatta in casa, i risultati sono stati buoni, continueremo con questo progetto.
L’animale più difficile da fototrappolare?
All’inizio pensavamo fosse il lupo, in realtà i suoi spostamenti sono facilmente prevedibili. Quindi senza dubbio dico il Gatto Selvatico.
Le storie più emozionanti che hai/avete ripreso?
A dire il vero ci emozionano ogni volta e capita che alcuni animali notino la nostra presenza, i quei momenti ci sentiamo più vicino a loro. Se dovessi scegliere un momento in particolare direi i piccoli di lupo che si rincorrono giocando davanti al nostro Occhio.
Qui trovi il video.
Il 2 gennaio 2019 hai incontrato il branco di lupi che da mesi seguivi, raccontaci…
La data del 2 Gennaio 2019 è una data che rimarrà per sempre impressa nella mia memoria.
Ero in cerca di soggetti da immortalare con la mia reflex e camminavo per uno dei tanti sentieri dei monti Sibillini che frequento da sempre. Sono un grande appassionato di animali e grazie ad alcune tecniche di animal tracking ormai per me è semplice seguire una traccia di un’animale, capirne la specie, seguirne la direzione, dedurre se andava da solo o in branco. Le tracce che più mi danno soddisfazione sono quelle del nostro predatore per eccellenza: il lupo.
Studiarne per mesi i comportamenti e seguirne le tracce mi avevano indicato che la famiglia era numerosa, presumibilmente 6/7 individui. Stavo appunto perlustrano la zona in cerca di qualche indizio quando il mio sguardo venne catturato da 3 punti scuri, immobili, che risaltavano tra la neve. Li osservai per qualche istante constatando essere solamente dei grossi sassi data la loro immobilità. Presi il binocolo è subito capii il mio errore ed il mio cuore cominciò a battere forte: erano 3 lupi, accovacciati su se stessi. Da li a poco vedi sopraggiungere il resto del branco, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 individui adulti!
Mi trovavo a circa 300 metri da loro, e dopo la prima raffica di foto mi convinsi ad avvicinarmi e appostarmi con la speranza di poterli veder passare. La speranza di vederli da vicino era molto alta ma niente avrebbe lasciato presagire quello che di la a poco mi sarebbe accaduto. L’appostamento ebbe esito negativo e dopo un paio d’ore al freddo decisi di ritornare verso la via di casa, dovevo percorrere una piccola salita e attraversare un campo.
Non feci in tempo a sbucare nel campo che ecco il branco: 8 lupi adulti dirigersi nella mia direzione. Il cuore mi si fermò in gola, la paura mista a stupore non mi fermò la mano e iniziai a scattare a raffica. Non mi videro subito, forse non erano pronti a un incontro del genere come non lo ero io. Arrivati ormai a poche decine di metri da me, il primo del gruppo si fermò a fissarmi e io a lui, dietro tutti gli altri a semicerchio davanti a me mi controllavano.
La mia macchina catturò il suo sguardo e io fui catturato dal suo. Pochi interminabili istanti a tu per tu con la creatura più suggestiva dei nostri monti.
Faccia a faccia col Lupo. Passarono una poca decina di secondi ed ecco che con passo sicuro, così come si erano avvicinati lentamente se ne andarono lasciandomi impresso nella memoria lo sguardo della natura più selvaggia.
Cosa hai provato in quegli istanti quando li avevi faccia a faccia a pochi metri da te?
Avevo studiato a lungo i comportamenti di questo animale e so bene che un attacco ad un essere umano non si è mai registrato ma non posso negare di aver provato una forte emozione composta per metà da gioia e per metà da paura. Poi il fotografo che è in me ha preso il sopravvento 🙂
Un anno dopo cosa ti è rimasto dentro da quell’incontro?
Se chiudo gli occhi rivedo molto ben quella scena, l’adrenalina che ho provato, gli istanti resi eterni dagli scatti e quello sguardo che mi fissava intensamente e che non dimenticherò mai.
Animal Tracking, parlaci di questa tecnica…
Sono tecniche di riconoscimento tracce di animali sviluppate ai corsi di Marco Priori e della sua scuola di Natural Survival. Quindi tutto quello che riguarda il mondo animale, i comportamenti, le abitudini e qualsiasi tipo di traccia può lasciare un animale.
L’esperienza poi gioca un ruolo fondamentale, è necessario fare molta pratica e spesso può non bastare nemmeno quella e si rimane con il dubbio di cui sia passato di la.
Sei più andato a cercarli?
Mi capita spesso di camminare con la reflex in mano e la speranza di rivederli c’è sempre, ogni tanto poi se ho tempo faccio qualche appostamento. Mi è ricapitato di rivedere il branco e anche qualche esemplare solitario, mi piace pensare che loro mi hanno visto e riconoscendomi si sono fatti “catturare”.
Grazie mille Stefano per questa bellissima intervista e per aver condiviso con noi questo emozionante incontro, vi consiglio di seguire nel loro sito web, pagina Facebook, profilo Instagram e canale Youtube.
Buon fototrappolaggio a tutti.