Paolo Mainardi e l'Osservatorio Lupi Fidenza

Paolo Mainardi e l’Osservatorio Lupi Fidenza

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(La foto in copertina è stata scattata da Marielle Van Uitert.)

Ciao Paolo, piacere di conoscerti e benvenuto. Iniziamo con le presentazioni:

Ciao Giacomo, siamo solo un gruppetto di persone con la passione del lupo che vorrebbe seguirlo più da vicino, cercando di essere utili e allo stesso tempo cercando di imparare qualcosa ogni tanto. Nessuno di noi è esperto in materia di lupi, svolgiamo tutti professioni diverse, e quindi siamo tutti dilettanti.

Com’è nato l’Osservatorio Lupi Fidenza? E questa tua passione per i lupi?

Osservatorio Lupi Fidenza è nato nell’ottobre 2019, potrei dire con un parto quasi gemellare con Osservatorio Lupi Val d’Enza dell’amico Enrico.

Ma procediamo con ordine. Dal 2018 organizzavo a Fidenza, sotto l’egida del WWF Parma, e grazie alla sensibilità del presidente Rolando Cervi, una rassegna sul lupo in cui invitavo esperti per discutere diverse tematiche legate comunque al lupo.

Tra gli ospiti più qualificati che sono intervenuti mi piace ricordare Marco Galaverni (dir Scientifico WWF Italia), Mario Ferraguti (scrittore di Parma) il prof Riccardo Rao autore del libro “Il tempo dei lupi”, Elisa Berti del Centro Monte Adone con Giuseppe Festa (autore del libro “I figli del bosco”) e Luigi Molinari (che nel frattempo avevo conosciuto grazie ad Enrico), zoologo del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

In un secondo momento, insieme a questa attività di “divulgazione”, avevo iniziato anche l’attività di video-trappolaggio per cercare di riprendere i lupi che “abitano” ormai da diversi anni nei pressi di Fidenza. Tutto questo potrei dire in solitaria con l’aiuto di un mio vecchio amico (con il quale avevamo fondato il gruppo WWF di Fidenza nei primi anni ‘80) e che non nomino perché so che non vorrebbe.

Ben presto però mi sono trovato a farmi delle domande: ho ripreso i lupi, bene: e adesso? (Scommetto che molti che “praticano” questo hobby si saranno fatti la stessa domanda). Per me era già una emozione intensa poter riprendere i lupi, e ricordo che all’inizio li pubblicavo anche su Facebook per soddisfare il mio “ego”, ma mi sarebbe piaciuto anche che tali documenti potessero in qualche modo servire a qualcuno.

Le cose spesso non capitano per caso, e così proprio in quel periodo ho incontrato Enrico, che era molto più avanti di me in questa attività “di campo” che mi ha fatto conoscere (come avevo accennato prima) il dott. Luigi Molinari, zoologo del WAC. A questo punto mi sono reso conto che i miei filmati potevano avere un significato diverso. Quello che per me era una semplice ripresa di un lupo avrebbe potuto assumere ben altro valore se a guardarlo fosse stato un esperto. E quale maggior esperto poteva esserci, se non il WAC?

Da li con Enrico abbiamo chiesto a Rolando Cervi di poter creare dei gruppi di lavoro all’interno del WWF Parma, in modo del tutto spontaneo, genuino e trasparente. Il nome che abbiamo voluto darci (“Osservatorio Lupi”) è emblematico e significativo: non abbiamo la pretesa di svolgere chissà quale monitoraggio o ricerca scientifica: la nostra principale attività sul campo è quella semplicemente di “osservare” e raccogliere documenti.

Sarà poi il WAC, al quale come detto passiamo tutto, a dare un significato scientifico (ammesso ovviamente che ci sia).

Anche il logo che ci siamo dati è simbolico: una semplice orma, che non si sa se sia di lupo o di cane: quante volte sul campo ci troviamo di fronte a questo dilemma?

La mia passione per i lupi? Diciamo che è sempre stata “dormiente” dentro di me, come tante altre mie passioni, ed è scoppiata solo in seguito ad un lutto. Ma questa è una storia troppo personale e vorrei evitare di raccontare.

Che obiettivo ti sei dato?

Il mio personale obiettivo è quello di rendere il gruppo di Fidenza autonomo e in grado di camminare con le proprie gambe: mi sono dato tempo due anni, dopo di che vedrò se smettere o in quale forma continuare. Certamente mi piacerebbe che ci fosse qualcuno pronto a prendere il testimone: non mi vedo a 65 anni salire sulle piante per mettere delle fototrappole…

Parlaci della collaborazione con il WAC?

La collaborazione con il WAC è la parte di maggior valore nell’attività di campo. Potrei anche riuscire a fare un filmato bellissimo, ma se non ho la competenza per valutarlo non serve a niente. Qui entra in gioco appunto la collaborazione con il WAC.

Grazie a loro finora ho imparato che spesso un brutto filmato, fatto di notte in cui si vede male e sfocato, potrebbe avere un valore molto maggiore di un bel filmato a colori fatto di giorno; ho imparato che bisogna separare la parte “emotiva” da quella “razionale”, ed ho imparato infine che sul lupo non bisogna mai dire “certamente”. Chissà quante altre cose potrò imparare in futuro!

In ogni caso, la nostra collaborazione si basa su uno scambio: noi passiamo al WAC tutte le segnalazioni che riceviamo e i nostri filmati, e il WAC ci aiuta ad interpretarli. In un certo senso noi siamo il braccio e il WAC è la mente.

Oltre a questo, mi piace ricordare che organizziamo ogni sei mesi un seminario in cui il WAC approfondisce certe tematiche, da quelle più pratiche (i trucchi per piazzare meglio una video-trappola, dove e perché) ad altre più difficili (come riconoscere lo stesso esemplare su diversi filmati, come riconoscere un sito di marcatura etc). Il primo seminario l’abbiamo tenuto a luglio qui a Fidenza, il prossimo sarà in Val d’Enza. Quello dopo ancora speriamo di farlo in provincia di Genova, perché proprio a Genova è da poco nato un altro Osservatorio Lupi.

In questo modo ogni “Osservatorio Lupi” sarà sede a rotazione di un seminario: l’obiettivo è quello di diffondere all’interno degli osservatori una certa cultura, ed anche una certa etica, perché sui lupi è facile scivolare sullo sfruttamento per altri fini. Noi, a questo aspetto, ci teniamo molto

Da quanto tempo vi dedicate a questo progetto?

Qui a Fidenza, come dicevo prima, avevo iniziato un paio d’anni fa in solitaria, mentre con il gruppo abbiamo iniziato la nostra attività verso la fine dello scorso anno. Purtroppo, non siamo stati particolarmente fortunati: qualche mese dopo è scoppiata l’emergenza da Covid-19 che ci ha bloccati. Tuttavia, ci siamo organizzati con delle “Skype” per tenere vivo l’interesse e pianificare l’attività futura. L’attività è poi ripresa a pieno regime dopo l’apertura.

Che fototrappole usate? E cosa consigli di acquistare?

Guarda, il vero esperto di questi strumenti infernali è Enrico: prima di fare un acquisto guardo se magari l’hai già recensita te, e poi sento lui. Per non aver paura di sbagliare direi che se uno acquista una Browning non sbaglia di sicuro, ma sono care.

Oltre al lupo che animali riprendete?

Gli animali tipici della nostra zona, che sono: cinghiali, caprioli, volpi, lepri, tassi, istrici, faine e scoiattoli: tutti vengono ripresi in abbondanza. Ogni tanto poi capita di riprendere una Poiana, una volta lo Sparviere e qualche volta anche l’Upupa. Sicuramente mi dimentico qualcosa…

Le storie più emozionanti che hai/avete ripreso?

Guarda, potrei dirti che il primo lupo non si scorda mai (era il 6 gennaio 2019), oppure la prima cucciolata … però mi piace ricordare una cosa che mi è capitata proprio qualche settimana fa, e che ho riportato anche sulla nostra pagina Facebook.

Da una delle Videotrappole avevo notato che passavano dei bambini al seguito di una persona adulta (forse la mamma di qualcuno di loro). In un video li ho visti che si erano fermati a leggere il cartellino che per la tutela della privacy mettiamo sempre vicino allo strumento per dire di chi è e a cosa serve. Ebbene, dopo averlo letto, la mamma ha ordinato ai bambini di tenerlo pulito e di togliere l’erba che diventando alta rischiava di coprire la videocamera: “perché così il WWF riesce a vedere meglio gli animali”.

Mi ero commosso, e non potevo lasciar cadere questo fatto senza fare niente. Così ho deciso di mettere una busta vicina alla fototrappola, con dentro una lettera con i nostri ringraziamenti e qualche adesivo dell’associazione come premio. La mossa era azzardata, perché c’era il rischio che la lettera finisse in mani sbagliate. Invece il destino ha voluto che fosse ritirata proprio da loro.

Da quel momento tutte le volte che i bambini passano da quella Fototrappola fanno a gara per tenere pulito davanti. Sembra una storia fantastica, eppure è accaduto davvero. Qualcuno dell’Osservatorio della Val d’Enza ha detto che quello che abbiamo fatto è molto più importante di tanti seminari e manifestazioni: personalmente sono d’accordo con lui.

Com’è cambiata la conoscenza del lupo e degli altri animali selvatici in questi anni?

Non sono così esperto da poter avere un mio pensiero solido. Per non eludere comunque la domanda, a mio avviso e per quanto riguarda i lupi, potrei dirti che nella mia zona non se ne sa molto, anche se adesso sono in molti ad averlo visto.

Pensa che nel 2019 ed anche questa estate abbiamo svolto un sondaggio, grazie ai bambini del centro estivo “L’asino che vola a Fidenza” diretti da Jenny Bertozzi che ringrazio ancora per la collaborazione. I bambini fermavano gli adulti che incontravano per le vie del paese porgendo a loro le domande del sondaggio. I risultati di quest’anno ancora non li abbiamo, ma da quelli dello scorso anno emergeva una situazione con poche luci e tante ombre. Tra le ombre citerei il fatto che ancora troppi (più del 50%) credono che il lupo sia stato reintrodotto dall’uomo, oppure che (sempre più del 50%) pensano che il lupo si riproduca almeno due volte all’anno. Come vedi c’è molto da fare in campo formativo.

L’osservatorio è un progetto clonabile in altre zone?

Noi speriamo che lo sia davvero. Attualmente ci sono tre “Osservatori Lupi”: oltre a Val d’Enza e Fidenza è appena nato quello di Genova, grazie a due studenti di Scienze molto volenterosi: Simone e Niccolò. Anzi, ti darei uno spunto per una prossima intervista: senti anche a loro, perché ognuno di noi si porta appresso storie diverse.

Speriamo che possano nascere tanti piccoli “Osservatori Lupo” in tante località diverse, in modo da coprire aree sempre maggiori. La nostra peculiarità è che curiamo un piccolo territorio, il nostro, che conosciamo molto bene: non vogliamo diventare “grandi” ci basta curare dove siamo.

Se tu mi chiedessi di riassumere quali sono i punti caratteristici che contraddistinguono l’operato degli “Osservatori Lupi” ti direi che sono i seguenti:

  • Il territorio sotto osservazione deve essere quello vicino a casa, perché lo conosci meglio e vieni a sapere subito quello che succede. Una delle speranze che abbiamo è quello di diventare, ognuno per la propria zona, un punto di riferimento al quale mandare gli avvistamenti e le segnalazioni che riguardano la presenza del Lupo. Ovviamente ogni segnalazione, come detto prima, sarebbe in seguito inoltrata al WAC.
  • La nostra attività è totalmente gratuita: non chiediamo fondi per l’acquisto di fototrappole, o di altre strumentazioni. Questo è il nostro hobby, la nostra passione e quindi lo facciamo perché ci piace. Noi spendiamo i nostri soldi e il nostro tempo perché crediamo in quello che facciamo, e la gratifica ci arriva vedendo la soddisfazione della gente che partecipa ai nostri eventi oppure dal WAC stesso quando ci dice che quello che abbiamo mandato è interessante. Certo, non viviamo sulla luna, e sappiamo che tutte queste cose costano, e se qualcuno volesse aiutarci donandoci dei soldi perché non può donarci il suo tempo, lo accetteremmo volentieri, ma non saremo certo noi a far partire la richiesta. Qualora un “Osservatorio Lupi” facesse partire una raccolta fondi utilizzando l’immagine del lupo, ebbene, sarebbe un gran brutto segnale e sarebbe un tradimento dello spirito che ci siamo dati: il rischio della strumentalizzazione del lupo per altri scopi sarebbe dietro l’angolo. Le manifestazioni che organizziamo sono sempre con ingresso libero, e lasciamo una cassetta all’uscita per raccogliere le offerte spontanee che servono per cercare di coprire i costi della manifestazione (le manifestazioni costano parecchio …). Sui socials (Facebook o Instagram) non pubblichiamo mai i filmati dei lupi. Sarebbe troppo facile aumentare “l’audience” o far partire una raccolta fondi utilizzando qualche ripresa suggestiva come detto prima. Noi abbiamo altri obiettivi. Pubblicheremo solo se il documento è significativo per l’aspetto formativo-educativo, e comunque sempre e solo dietro il parere favorevole del WAC.
  • Avere un “mentore” esperto che possa aiutare nella interpretazione dei filmati e anche nei comportamenti da tenere per non disturbare il lupo: per noi dell’Emilia e per quelli di Genova c’è il WAC, in altre parti d’Italia potrebbe essere un altro soggetto, comunque un ente riconosciuto, non certo dei privati che potrebbero avere altri interessi, e che alla fine potrebbero sfruttare il nostro lavoro per altri scopi.
  • La riservatezza: come potrai capire certi dati, soprattutto quando si parla di cuccioli o di RV, devono essere gestiti con particolare scrupolo. Per questo ci siamo dati un regolamento nel quale ci si impegna a non divulgare nulla di quanto scoperto.

Chi non è della nostra zona, ma è d’accordo con il nostro spirito e volesse aprire un “Osservatorio Lupi” può rivolgersi a me oppure ad Enrico: saremo lieti di guidarlo.

Se invece fosse vicino ad uno dei tre “Osservatori Lupo” e volesse unirsi alla nostra attività, lo può fare scrivendo al gruppo a lui più vicino:

  1. osservatorio.lupi.fidenza@gmail.com
  2. osservatorio.lupi.valdenza@gmail.com

Una cosa, però, vorrei sottolineare: noi siamo un gruppo di “lavoro”, e chi vuole venire è ben accetto, ma deve assicurarsi di poter dedicare un pò del suo tempo per partecipare alle attività, altrimenti è inutile. Se qualcuno vuole aiutarci ma non ha il tempo necessario, non deve temere, perché ci sono tanti altri modi per farlo, per esempio:

  1. Mandandoci le segnalazioni della presenza del lupo cercando di essere più precisi possibile (indicando data, luogo e facendo una descrizione di quello che si è visto)
  2. Facendoci conoscere i proprietari dei terreni su cui potrebbe essere interessante piazzare una fototrappola (noi chiediamo sempre il permesso ai proprietari)
  3. Pubblicizzando i nostri eventi quando li organizziamo.

In effetti abbiamo già persone che ci hanno contattato e che ci stanno aiutando proprio in questo modo, e li ringraziamo perché anche il loro contributo è davvero molto utile.

Grazie mille Paolo per questa bellissima intervista. Consiglio a tutti di seguire la pagina Facebook dell’Osservatorio Lupi Fidenza.

Grazie per la lettura e buon fototrappolaggio.

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