Ho il piacere di intervistare il biologo Emiliano Mori su questo splendido animale che è l’Istrice (Hystrix cristata). Conosciamolo meglio con questo approfondimento.
Conosciamo meglio l’Istrice:
Sul fatto che sia affascinante sono d’accordo, a partire dal suo aspetto inconfondibile e dalla sua adattabilità a vari habitat. Sul fatto che sia tranquillo, avrei da ridire, è un tipo facilmente irritabile e nervosetto, anche se non attacca l’uomo.
Quando hai incontrato nel tuo percorso di specializzazione l’istrice?
Stavo finendo il mio master in sapienza e vagavo per vari atenei alla ricerca di un dottorato di ricerca. Fu il prof. Paolo Ciucci a consigliarmi di contattare il prof. Sandro Lovari a Siena. mi presentai da lui, che per me era sempre stato un guru della zoologia in Italia, con poche speranze dentro di me.
Fu Sandro, su consiglio di una sua collaboratrice, Anna Bocci, a propormi il dottorato di ricerca su questa specie. All’inizio non ne sapevo nulla ma studiando questo roditore ne sono rimasto ammaliato.
Cosa ti ha affascinato di questa specie?
Un po’tutto, il fatto che non si sapesse nulla di questa specie e il fatto che fosse un grande roditore relativamente negletto nella ricerca. Quindi, qualsiasi cosa si scoprisse era relativamente nuova.
L’ho vissuta un po’come una sfida all’inizio. E poi…hai mai visto un istrice? Sembra un dinosauro, è veramente un animale unico.
Situazione istrice in Italia, dove è diffuso ed è a rischio estinzione?
Attualmente, in seguito sia all’espansione naturale sia ad introduzioni mediate dall’uomo sulle isole, l’istrice è presente in tutte le regioni italiane ad eccezione di Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia.
Poi diciamo che è relativamente meno comune in regioni come la Campania (dove, comunque, si sta espandendo), la Calabria meridionale e il Trentino.
Quando e come è arrivato in Italia l’istrice?
Presumibilmente è arrivato (per la carne o come specie ornamentale) con la fine dell’Impero Romano d’occidente, attorno al 500 d.C., quando i traffici commerciali tra Italia e nord Africa (barberia) si sono intensificati.
Cosa mangia l’istrice?
L’istrice è quasi esclusivamente erbivoro, con alimentazione generalista, cioè mangia un po’ di tutto compatibilmente con la disponibilità ambientale e stagionale. quando non ci sono frutti, privilegia radici e organi sotterranei di accumulo delle piante.
Solo durante il periodo riproduttivo, integra il calcio rosicchiando ossa lunghe di altre specie (per esempio, ungulati) o consumando alcuni insetti.
L’istrice è considerato autoctono o alloctono?
La diatriba è ancora aperta, ma tutte le evidenze fanno propendere per un’introduzione antica, ovvero sicuramente antecedente all’anno 1000.
Comportamento e riproduzione dell’istrice?
L’istrice è un roditore monogamo, caratteristica peculiare tra i roditori, che forma coppie stabili per la vita. Le coppie sono mantenute assieme anche tramite accoppiamenti ripetuti anche fuori dal periodo riproduttivo.
L’istrice può riprodursi tutto l’anno, in genere mettendo al mondo 1-3 piccoli per parto, raramente 4. Il picco di nascite è a febbraio, ovvero durante la stagione delle piogge in Africa.
L’istrice ha dei predatori naturali?
In Italia ha solo il lupo occasionalmente e, altrettanto occasionalmente, la volpe sui cuccioli. in Africa, è predato da grandi felidi (leone e leopardo), dalla iena maculata e di tanto in tanto dal tasso del miele.
Istrice e porcospino spesso vengono confusi tra loro, che differenze ci sono?
La confusione è data dal nome inglese dell’istrice, appunto “porcupine”. In italiano, il porcospino è invece riferito al riccio, un insettivoro di taglia nettamente inferiore e di abitudini completamente diverse. Sono solo accomunati dalla presenza di aculei.
L’istrice può lanciare gli aculei?
Direi proprio di no. l’istrice può conficcare i suoi aculei nel corpo di un potenziale predatore attaccandolo “in retromarcia”. La muscolatura cutanea dell’istrice porta gli aculei sulla superficie del corpo facilitando la difesa.
Consigli su come riprenderlo con le fototrappole?
Per la mia esperienza, l’ho sempre ripreso indirizzando le fototrappole lungo i sentieri maggiormente battuti, soprattutto di notte e tenendo le fototrappole vicino ai siti di tana (non davanti, per arrecare meno disturbo alla specie).
Alcuni libri o volumi che consigli sull’Istrice e la fauna italiana?
C’è poco, per adesso il riferimento è la Fauna d’Italia (Edizioni Calderini). Ma a breve avremo l’Atlante dei Mammiferi Italiani, quindi stay tuned!
Grazie mille Emiliano per averci dato la possibilità di conoscere meglio questo bellissimo animale.
Grazie per la lettura e buon fototrappolaggio!